Una grande città con ritmi più rilassati rispetto alle nostre città europee, per certi versi più moderna per altri meno. Per la prima volta mi imbatto in strade con sette corsie per senso di marcia che vengono anche in parte riassegnate durante la giornata tramite apposite segnalazioni in modo da facilitare l’ingresso o l’uscita dei veicoli negli orari di punta.
Arrivando dall’aeroporto internazionale si passa su una strada a grande scorrimento e subito una serie di dettagli iniziano a far capire che mi trovo in un mondo distante, ma non troppo, dal nostro.
Leggendo sulla guida prima della partenza avevo scoperto del Gauchito Gill, figura molto amata in Argentina, una sorta di Robin Hood locale. A lui viene anche attribuito un miracolo post mortem. Per maggiori informazioni, leggi qui.
Nella zona che porta dall’aeroporto internazionale all’avenida 4 Julio (strada principale di Buenos Aires) ci sono posti in cui comprare un appartamento costa meno che cambiare automobile da quanto la crisi ha colpito duramente l’Argentina. Nonostante questo ci sono zone di Buenos Aires più alla moda in cui gli immobili costano più che in centro a Milano.
Una cosa che colpisce di Buenos Aires e dell’Argentina in genere è l’economicità del cibo e l’abbondanza delle loro porzioni. Viene servita tantissima carne e al 90% manzo, il pesce è raro e più costoso. Gente del posto dice di mangiare manzo 6 volte la settimana ben sapendo che è un’abitudine non troppo sana ma che a loro piace così. Dopo un pranzo in cui ci si scontra con le porzioni argentine, ci vuole un caffè, dichiarato caffè italiano. Inutile dire che chi ama il caffè all’estero un po’ è già rassegnato a berlo cattivo ma con tutta l’immigrazione italiana in Argentina mi sarei aspettato qualcosa di meglio soprattutto per la vicinanza con il Brasile e quindi la disponibilità di miscele buone.
Per familiarizzare un po’ con la città e le sue abitudini, la guida ci porta a vedere una Tanghéra (dove professionisti ballano il tango mentre il pubblico può mangiare al contrario della Milonga dove la gente va per ballare il tango) in un momento in cui non c’è lo spettacolo ma per farci vedere la Ventana, una delle più famose della città. Il posto è proprio bello, si entra in momenti senza spettacoli perché per apprezzare lo stile del posto è meglio per via dell’illuminazione. Andare con una guida in un posto come Buenos Aires vuol dire non fare fila da nessuna parte perché gli argentini sono molto socievoli e si fanno favori a vicenda, quindi con due chiacchiere, si ottiene subito l’ingresso in un posto oppure dare un’occhiata senza fermarsi per pranzo.
Nel quartiere de La Boca si trova, oltre a “La Bombonera”, “el caminito” quartiere molto caratteristico di case dipinte di diversi colori, tutte in legno, ricostruite nel 1950 da un progetto del pittore Benito Quinquéla Martin traendo spunto dalle case dei primi immigrati del posto. Egli trasformò una zona caratterizzata da un forte degrado in un museo all’aperto.
Una visita al Caffè Tortoni per merenda è d’obbligo e lo testimonia la fila che si trova fuori. Il locale è proprio bello e l’atmosfera è proprio rilassante. In questo posto si ritrovavano gli intellettuali.
La giornata volge quasi al termine e il tramonto dalla terrazza dell’albergo offre una vista d’insieme di quello che è il carattere della città, grande senza piano regolatore (si vede nella differenza enorme di altezza degli edifici anche adiacenti) ma molto tranquilla.
Il 26 luglio 2011 sono stati inaugurati due ritratti di Evita Peron su due delle facciate del palazzo per lo sviluppo economico in Buenos Aires, proprio sull’Avenida 4 de Julio per celebrare l’anniversario della sua morte avvenuta nel 1952.
Infine non poteva mancare la visita alla Casa Rosada, sede del potere esecutivo della repubblica argentina, illuminata dalla luce rosa.
Perturbazione in arrivo in time lapse
Quando il tempo inizia a cambiare, in time lapse. Notare il brandeggiamento della gru, quando il vento cambia.
Giada
Elefanti Marini
18/19 ottobre 2011 – Peninsula di Valdès, Patagonia, Argentina
Viaggiare in posti non fortemente industrializzati in cui la gente ha capito che la Natura è amica e fonte di reddito se valorizzata con il turismo, concede colpi d’occhio meravigliosi. In anni passati lasciavano che la gente si avvicinasse al punto di toccare questi stupendi animali, ma si sono accorti che poi spontaneamente le colonie cambiavano la loro abituale dimora estiva.
Quindi ora non è più possibile avvicinarsi così tanto ma a sufficienza per poter osservare la vita degli animali da vicino, non sentendo loro il pericolo dell’uomo in una zona in cui sono protetti da tanti anni.
E’ interessante notare che gli elefanti marini cercano un po’ di riservatezza e si allontanano dalla colonia per scopi riproduttivi.
Qualche decina di metri più a nord sulla costa c’era un’insenatura che offriva un po’ di riparo. Ma non abbastanza riparo a quanto sembra.
Procedendo poi per la penisola ci siamo imbattuti in un’altra colonia in una zona ancor più riparata dove generalmente non arriva molta gente perché situata in una proprietà privata di una fazenda. Per fare delle foto sono entrato in un fondo privato e la proprietaria mi ha subito detto che lì poi dovevo tornare a pranzo perché era proprietà privata e l’accesso era solo consentito ai clienti del ristorante. Dopo quattro ore mi sono presentato per il pranzo, la proprietaria che la mattina era così scontrosa, mi ha detto che non si aspettava il nostro ritorno e che quindi ci faceva andare con una loro gita organizzata a questa colonia.
Ne è valsa la pena nonostante il pranzo non fosse dei migliori. Infatti la colonia di elefanti marini era accessibile ancor più da vicino e non sembravano nemmeno essere disturbati dalla nostra presenza.
La natura riserva bellissimi spettacoli ma ha le sue regole, sopravvive il più adatto e chi non sopravvive diventa cibo.
La colonia è composta da un maschio dominante che si tiene sempre ai margini della stessa per controllare quello che succede e da alcune femmine con il cucciolo.
Bisogna anche saper fare promozione nella colonia!
Ogni tanto però bisogna anche controllare cosa succede all’interno della propria colonia anche se le femmine sembrano gradire poco questi “controlli”.
Alla fine però forse è meglio stendersi al sole.
Forse questo maschio non è quello dominante della colonia e si tiene sufficientemente lontano da non essere cacciato e sufficientemente vicino in modo da, forse, poter approfittare di una distrazione del maschio dominante.
Devo proprio dirlo, un’esperienza magnifica. Una delle prime volte che mi devo fare forza e guardare anche non attraverso il pentaprisma della macchina fotografica.
Passeggiando una sera per Milano
12 gennaio 2012
Camminando da Lanza al Duomo.
Arrivando al Parco Sempione perché avevo già in mente una foto piuttosto insolita in quanto era in costruzione l’anello di fondo per i mondiali di sci di fondo. Nonostante fosse un po’ discutibile l’idea di farlo nel centro cittadino non nego che il ritorno di immagine possa essere stato non indifferente. In ogni caso sono uscito con l’intento di fotografare la pista di fondo con il Castello Sforzesco visibile ma la posizione e il cantiere per la stesura della neve compromettevano la resa dell’immagine. Così penso di aver catturato un’immagine ancor più singolare.
Procedendo verso il Duomo, ho dovuto passare accanto al Castello Sforzesco e ho voluto immortalare la bellezza della sua costruzione in questo dettaglio.
Alla fine si arriva in piazza del Duomo dove ho voluto rompere un po’ lo schema della classica foto del Duomo con una costruzione molto geometrica e spinta proiettata verso l’alto. La facciata è stata restaurata e liberata da meno di 2 anni, quindi è ancora pulita.
E come non immortalare una struttura, fortunatamente provvisoria, che ha fatto tanto discutere l’opinione pubblica?
Infine, passeggiando intorno al Duomo, ho voluto catturare il senso di solitudine che ogni tanto trasmette questa città vivissima sotto certi aspetti ma che in centro storico dopo una certa ora si vuota per vivere più intensamente in altre zone più in voga per la vita notturna.
Luna, luce cinerea e alberi all’orizzonte
Spesso non tutto quello che si riesce a fotografare è subito visibile a occhio nudo. Questo scatto è maturato dall’osservazione di una foto della luna che sembrava stranamente sfuocata per quanto mi impegnassi con la messa a fuoco. Infatti non era colpa della messa a fuoco ma di una leggera velatura che passava in cielo.
Aumentando il tempo di esposizione infatti è comparsa la velatura responsabile della poca definizione del soggetto. L’effetto è quanto mai piacevole visto che ho atteso il momento in cui la forte luce della parte non in ombra della luna venisse schermata dagli alberi sulla cresta della montagna vicina.
Freddo, neve e Time Lapse
La neve caduta recentemente ci ha un po’ tutti resi bambini, e a parte i disagi, la neve che cade è sempre bella. In questa sequenza, ho eseguito scatti a intervalli regolari per 8 ore, per poi montarli in video.
Buona Visione!