Sin da quando ho visto la prima foto di Uluru sul libro di geografia alle medie, mi sono convinto che un giorno o l’altro sarei andato a vederlo.
Le aspettative erano grandiose e non sono state per niente deluse. Avevo talmente mitizzato questa formazione che dall’aereo l’ho vista anche se non era la formazione giusta.
Quando si atterra all’aeroporto di Ayers Rock, se si è seduti a Sinistra si gode della vista di Uluru che sporge dalle strutture aeroportuali mente l’aereo atterra e si muove sulla pista. In ogni caso è possibile vedere la formazione anche dal lato destro ma solo in fase di allineamento alla pista prima della discesa.
Il mio consiglio, se si vuole vedere Ayers Rock e King’s Canyon con la valle del vento è di noleggiare una macchina.
Se si forzano i tempi è possibile arrivare il primo giorno, prendere l’auto in aeroporto, andare a posare i bagagli in albergo, vedere la sera stessa il tramonto su Uluru, svegliarsi prestissimo la mattina (checkout e bagagli in macchina) vedere l’alba su uluru, visitare un pochino i dintorni, pranzare e andare a prendere l’aereo. In meno di 48 ore. Visti i costi delle escursioni, noleggiare una macchina piccola (non serve il 4×4 in nessun caso per vedere Ayers Rock) è più economico di fare le visite guidate.
L’impressione che si ha vedendo spuntare Ayers Rock mentre ci si avvicina è semplicemente grandiosa. Veder spuntare dal nulla questa formazione è proprio speciale.
Il mio consiglio è quello comunque di non perdersi il tramonto e l’alba e soprattutto di non fuggire prima che siano comparse le stelle (stando attenti a non rimanere chiusi nel parco) perché lo spettacolo che offre la natura in questo punto è qualcosa di meraviglioso.
Uluru da lontano è proprio incredibile ma da vicino si capisce perché gli aborigeni attribuissero a quel luogo attributi magici e trascendenti. Sembra di entrare in un’altra dimensione.
Esiste un luogo particolare, per vedere il quale si cammina per qualche centinaio di metri in un piccolo canyon nella formazione fino a raggiungere una pozza d’acqua che scende per ruscellamento per giorni dopo la pioggia e forma una pozza d’acqua che serviva sia per bere che per la caccia. Infatti, essendo l’unica fonte d’acqua accessibile in un territorio molto vasto, gli animali si spingevano spesso per abberverarsi e si inserivano in una trappola naturale nella quale era molto facile catturarli.
Vicino all’inizio del percorso che porta alla pozza d’acqua, si trova una caverna che porta la testimonianza del passaggio delle popolazioni aborigene con dipinti rupestri che lasciano a bocca aperta.
Ma come tutti i viaggi, finiscono e così ho voluto dare un ultimo saluto ad Ayers Rock, anche se per me è solo Uluru.