Uno scatto veloce, dopo una giornata uggiosa, nel breve lasso di tempo tra il cielo che inizia a rasserenarsi e il calare dell’oscurità. Trattasi di quel momento di imbrunire, prima del tramonto, quando i colori iniziano a cambiare e tutta l’ambiente assume toni rosati, caldi prima dell’accendersi completamente con quei colori infuocati tipici proprio del tramonto.
Dalla strada verso l’alpe di Catenaia guardando verso Arezzo si può ammirare questo scorcio che mostra quasi completamente un ambiente non edificato salvo qualche piccola eccezione, paesaggio che in alcune condizioni, come al tramonto, non manca di mostrare qualche spettacolo o immagine emozionante.
Scorcio delle mura antiche di Leon, Castilla Leon, Spagna.
Questo dettaglio, ripreso radente nella parte interna, ci propone con una profondità di campo ridotta, un dettaglio delle mura antiche di Leon, che cingono la città.
Le mura antiche di Leon racchiudono un camminamento circolare molto suggestivo in quanto permettono da uno stretto corridoio di vedere lo sviluppo della città prima di approfondire lo sguardo entrando.
Meritevole è senza dubbio un piccolo cenno storico: i primi insediamenti umani da parte del popolo celtico, in questa zona della Spagna, risalgono fra il 68 e il 70 d.C.
Un elemento della città di Leon che merita una visita è l’Hotel Parador. E’ possibile visitare la Hall e vedere il chiostro del convento di San Marco che viene in parte adibito a spazio comune dell’albergo.
Il restauro della cinta muraria si deve ai Re Alfonso V e Alfonso IX che dotarono le mura antiche di Leon di nuove porte di ingresso.
Ma vi è di più: in questa parte della Spagna passa il celeberrimo Camino de Santiago, una delle mete di pellegrinaggio più importanti al mondo. Le mura antiche di Leon sembrano accogliere con un abbraccio i pellegrini che stanchi da un cammino probabilmente di 36 km da El Burgo Ranero (tra le 7 e le 9 ore di cammino medio-lento) cercano l’albergue del peregrino.
Passeggiando per Leon è possibile raggiungere la cattedrale che è un esempio splendido dell’architettura gotica. Alcuni scorci lasciano senza fiato.
Leon è la grande città successiva a Burgos sul cammino di Santiago di Compostela, che dista circa 172 km a piedi. E’ indubbio il fascino di questa impresa che chiama più di 200.000 pellegrini ogni anno, sia che intraprendano la strada per motivi religiosi che per motivi sportivi o semplicemente per introspezione personale.
Camminare da queste parti, quindi, ti lascia senza dubbio pensare a quanto queste mura abbiano visto.
Non si può attraversare questa zona e rimanerne indifferenti. Le mura antiche di Leon sono intrise di storia e fascino.
Inondazione Parco Lambro, breve resoconto fotografico.
Propongo una serie di scatti, volutamente delle istantanee per trasmettere il più possibile il sentimento dello scampato pericolo (inondazione Parco Lambro).
Volutamente la galleria carica in ordine casuale ogni volta perché vuole essere solamente una galleria e non un reportage.
E’ impressionante vedere quanto velocemente un fiume può modificare il suo comportamento abituale e invadere spazi che normalmente vengono considerati sicuri.
Queste emergenze sono sempre più frequenti e c’è da domandarsi quanto l’uomo sia responsabile e quanto sia un normale evolversi del clima.
In quasi 10 anni a Milano, per la prima volta vedo il Lambro minaccioso nel Quartiere Feltre tanto da invadere la strada sotto la tangenziale, prima della rotonda del cimitero di Lambrate.
Dopo il giro nel parco restituito dal fiume all’uso comune la sensazione è di scampato pericolo.
In fondo il fiume ha fatto pochi danni, tutto sommato non scorre poi così veloce e fortunatamente il piano regolatore non ha mai permesso troppe costruzioni così a ridosso del fiume.
Fortunatamente le previsioni si sono rilevate corrette come indicato qui.
Se qualcuno volesse usare queste foto deve solamente chiedere, comunicarmi dove verranno pubblicate, a patto che venga citato questo spazio e non vengano rimossi i miei marchi.
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Citazione leopardiana. Devo dire che tutte le volte in cui mi trovo nella situazione in cui c’è qualcosa che nasconde, fa intravedere spazi più ampi, mi viene in mente questo canto di Leopardi. E sorrido. E la mente vaga.
E in quest’epoca di colori sparati, immagini ipernitide, spesso rese ipernitide ad arte, mi diletto a esprimere una malinconia, di cosa non si sa, con un pallido tramonto e una luce piatta su un soggetto che già di suo è malinconico.
Quando viaggi e ti accorgi che sopra la porta di un negozio di souvenir è stata restaurata l’insegna del locale che ospitava i telefoni pubblici. Chiaramente in un borgo antico con tutto chiuso, sembra di essere tornati sul serio indietro nel tempo. Sicuramente non sarebbe stato chiuso a quell’ora…
Il tempo sembra sempre essere poco, breve, limitato e sfuggente. Una meridiana ci mette di fronte al paradosso che in parte è proprio così, in parte invece è lento, inesorabile ma è il nostro modo di vivere a non renderlo mai sufficiente.
Vedere sulla pietra tutto il passaggio del tempo, anni, decenni o forse di più sembra fermare tutto per un istante. La fotografia fa questo d’altronde, ferma il passare del tempo.
Continua il viaggio, lasciandosi San Sebastian alle spalle, passato Bilbao, ci fermiamo a Castro, piccolo centro sull’oceano meritevole di una visita anche breve.
In visita al Cristo di San Sebastian, in cima al monte Urgull, nonostante la vicinanza al mare il clima evidentemente permette la formazione di licheni. Il contrasto cromatico è molto bello nonostante la luce piatta data dalla vegetazione fitta.