La Milano da bere

Milano, mattina presto

Milano, di mattina presto. Il mattino ha l’oro in bocca.

Durante le feste la città sembra dormire, e, la mattina durante le feste, Milano conserva un’aura di sacralità e sembra essere sospesa nel nulla. Sospesa tra la frenesia del giorno prima e la vita rilassata del giorno dopo.

La Milano da bere
La Milano da bere

Ho intitolato la foto precedente “la Milano da bere” non perché fosse mia originale intenzione il tema della foto, ma mi è stato fatto notare che tendo a raffigurare la mia (ormai da più di 10 anni lo è) città con una particolare atmosfera pulita, colorata e ottimista che si respirava nel periodo definito Milano da bere.

Corso Vittorio Emanuele
Corso Vittorio Emanuele

Corso Vittorio Emanuele vuoto è una delle cose che mi piacciono di più quando giro fuori orario di massa. Negozi chiusi o in fase di preparativi, qualche pattuglia della polizia locale, qualche passaggio rapido in bicicletta, e raramente trovo qualcun altro armato di obiettivo con il quale mi scambio un’occhiata di intesa (seguita immancabilmente dal rammairco reciproco perché ci rovineremo le foto a vicenda con la nostra presenza).

La Chiesa di San Carlo
La Chiesa di San Carlo

Armato di 20mm e Full Frame, mi posso concedere il lusso di fotografare questa chiesa, molto particolare. Ricordo la prima volta che la vidi. Così vicina al Duomo di Milano, così vicina a San Babila e comunque grande e frequentata. Mi lasciò un senso di stupore che mi portò presto a visitarla al suo interno. Conserva il fascino di una chiesa a pianta tonda, probabilmente ne parlerò in un altro post con foto degli interni.

Arrivando al Duomo
Arrivando al Duomo

Probabilmente l’ho già scritto e sono noioso, ma questo scorcio del Duomo mi affascina oltre misura. Questo edificio magnifico, imponente e al tempo stesso splendido, che fa capolino procedendo da San Babila, mi è sempre piaciuto. E cercavo proprio di immortalarlo con le luci dell’alba.

Il Duomo di Milano
Il Duomo di Milano

Poi, nelle prime luci dell’alba, arrivi alla curva di Corso Vittorio Emanuele e ti colpisce in tutta la sua bellezza. C’è poco da fare. Questo colosso di marmo Rosa tutto cesellato, scolpito, con tutte le guglie, le statue e quel suo stile inconfondibile, è proprio bello. Peccato le pubblicità sui ponteggi ma si sa, la Fabbrica del Duomo non è mai chiusa.

Piazza Duomo e Palazzo dell'Arengario
Piazza Duomo e Palazzo dell’Arengario

Piazza del Duomo, vista da questa prospettiva, mette in risalto Palazzo dell’Arengario e Palazzo Reale. Più in fondo il palazzo con la terrazza Martini, punto cardine degli Aperitivi tanto amati dalla città di Milano. Cosa che in 10 anni di vita milanese, ancora non fa parte di me.

Galleria Vittorio Emanuele
Galleria Vittorio Emanuele

La galleria è la mia nemesi. Il mio amore per la geometria, le linee e le simmetrie va sempre a farsi benedire perché è simmetrica ma non alla perfezione. La luce dell’ingresso verso il duomo pende leggermente allontanandosi dal Duomo stesso. E’ veramente stressante. Non ho ancora una foto che mi soddisfi appieno della galleria. Dovrò cambiare approccio probabilmente.

Mariae Nascenti
Mariae Nascenti

A Maria nascente è intitolato il Duomo di Milano. Mi sono sempre interrogato sulla curiosità di questa scelta e prima o poi riuscirò a trovare il tempo di andare a fondo. Anche il Duomo è difficilmente fotografabile per intero di fronte, vuoi per la gente, vuoi perché al centro della piazza (punto ideale con un medio-grandangolo) c’è la statua di Vittorio Emanuele a Cavallo.

A Vittorio Emanuele i Milanesi
A Vittorio Emanuele i Milanesi

E con la luce che continua a cambiare mi godo la città che si risveglia, e i punti di solito affollati che, piano piano, iniziano a richiamare persone. La statua equestre di Vittorio Emanuele riporta la dedica dei milanesi.

Il "Camparino in Galleria"
Il “Camparino in Galleria”

Seguendo il mio percorso, tutt’altro che rettilineo, per il centro di Milano, mi imbatto nella vetrina del Camparino, storico bar milanese, nella quale si riflette il Duomo, richiamato anche nell’insegna al neon sopra al marchio.

L'albero di Natale in galleria
L’albero di Natale in galleria

Quest’anno l’albero di Natale in galleria aveva una trama luminosa molto gradevole e quindi non ho potuto non immortalarlo a mio modo. Un giorno devo provare a fare un giro per i camminamenti che hanno riaperto vicino alla copertura della galleria.

Simmetria in galleria
Simmetria in galleria

Mi sono accorto che per una persona della mia statura, in piedi in piazza della scala, quasi all’imbocco della galleria Vittorio Emanuele, la terrazza Martini tocca la volta dell’ingresso opposto. Mi chiedo quanto questo sia un caso e quanto sia voluto. Mi è stato fatto notare che l’insegna è volutamente appesa sotto il cornicione per essere visibile da tutta la galleria.

La torre del Filarete
La torre del Filarete

Un punto certamente riconoscibile della città di Milano, è la torre del Filarete, al castello sforzesco. In questo caso si riflette nella fontana di fronte, abbellita dal ghiaccio che oramai si forma di rado.

San Maurizio - abside e navata principale

San Maurizio al monastero maggiore

San Maurizio al monastero maggiore

San Maurizio al monastero maggiore, edificio milanese che mi è sempre sfuggito in più di 10 anni di vita milanese. Il 30 gennaio 2016 arriva il momento di colmare questa lacuna, deciso e prenotato da tempo si raggiunge questa chiesa in via Magenta. Subito l’impatto iniziale è difficile per me da spiegare, mi dannola radiolina con l’auricolare, ma questo mi intralcia, come faccio a fare correttamente le foto, seppur con assetto leggero? (1 solo corpo macchina e due obiettivi)

 

San Maurizio - abside e navata principale
San Maurizio – abside e navata principale

Difficile spiegare la sensazione, non si sa dove guardare una volta entrati in San Maurizio al monastero maggiore. Per un momento mi sono fatto prendere dall’ansia di fotografare al posto prima di osservare tutto il complesso. Infatti i primi scatti iniziali li ho dovuti cestinare in toto.

Non mi dilungherò in spiegazioni perché la spiegazione su wikipedia e su milanotour sono esaustive per comprendere il perché il vsitatore si trova dinnanzi a una complessità architettonica tale.

San Maurizio - volta dalla parte dei fedeli
San Maurizio – volta dalla parte dei fedeli

Ciò che stupisce maggiormente è il soffitto riccamente dipinto con motivi astratti tesi a simulare l’intarsio in un legno che in realtà non costituisce la volta. L’artifizio è particolarmente interessante e di grande resa scenica anche perché il disegno cambia in continuazione tutte le volte che si presenta in un quadrante diverso della volta.

San Maurizio - dettagli della volta
San Maurizio – dettagli della volta

Fotografare all’interno di questa chiesa è difficile. L’impianto di illuminazione non crea alcun problema all’osservazione ad occhio nudo ma è poco uniforme e quindi questo crea qualche problema sul sensore che ha un risposta alla quantità di luce molto più netta rispetto all’occhio umano. Il nostro cervello poi corregge automaticamente queste piccole differenze e nemmeno ci si accorge se non si presta particolare attenzione a questi dettagli.

San Maurizio - dettagli
San Maurizio – dettagli

La visita guidata di San Maurizio al monastero maggiore dura circa un’ora e ci sono diverse organizzazioni che permettono la visita con una guida ed è senza dubbio una cosa raccomandabile in quanto con la guida si vedono dettagli che altrimenti sfuggirebbero.

San Maurizio - dettagli
San Maurizio – dettagli

La parte della visita che stupisce di più il visitatore però è la parte che era adibita alle monache di claustura, numerose in quanto era uno dei più grandi monasteri in città, ed ecco perché “al monastero maggiore”

A pensare che tutto questo è stato edificato nel 1500 ed è ancora così ben conservato ai giorni odierni (salvo qualche restauro sbarazzino), viene da dire che la qualità delle maestranze che hanno partecipato alla costruzione è assolutamente di prim’ordine.

San Maurizio - ingresso al monastero maggiore
San Maurizio – ingresso al monastero maggiore

L’impatto visivo che si ha entrando nella parte posteriore, la cui presenza si intuisce in quanto dalla grata che separa il monastero dall’altare di San Maurizio, è di meraviglia. Sinceramente, le decorazioni non lasciano liberi spazi, l’organo sembra incastonato nella parete, con anche le ante per coprire le canne dipinte da ambo i lati per non lasciare la struttura non adorna né con l’organo aperto, né con lo stesso chiuso.

San Maurizio - volta del monastero
San Maurizio – volta del monastero

Nell’impatto visivo non passa inosservata la volta che senza soluzione di continuità continua dall’assemblea al monastero di San Maurizio, stupisce tantissimo il fatto che le decorazioni più belle fossero nella parte che nessuno avrebbe mai visto oltre le monache.

San Maurizio - decorazioni sulle colonne
San Maurizio – decorazioni sulle colonne

Anche dove si sarebbe potuto lasciare magari con decorazioni astratte o geometriche, le colonnine che separano le cappelle laterali, sono decorate con dipinti appositamente con colorazioni tenui, quasi monocrome che non hanno mancato di stuzzicare la mia voglia di sfruttare la profondità di campo millimetrica del 50mm f/1,4 con uno scatto dal basso.

San Maurizio - retro dell'altare
San Maurizio – retro dell’altare

La parte che ha suscitato il mio scatto compulsivo alla ricerca di una geometria e simmetria che purtroppo non sono perfette, è stata la parte dietro all’altare, la parte che le monache vedevano durante le celebrazioni religiose. Si nota infatti la grata dalla quale si vede l’ostensorio nel quale è presente un crocefisso e in altri momenti sicuramente avrà ospitato un ostensorio con il Santissimo Sacramento. In origine la grata era più grande ma Carlo Borromeo la fece restringere in quanto non proprio consona, secondo lui, al regime di clausura.

San Maurizio - apertura per la comunione
San Maurizio – apertura per la comunione

Accanto alla grata erano presenti due piccole aperture per permettere il passaggio delle particole consacrate per permettere alle monache di partecipare all’eucarestia senza che il sacerdote dovesse abbandonare l’assemblea per recarsi nella parte retrostante.

San Maurizio - grata di separazione
San Maurizio – grata di separazione

Oggi è impensabile una struttura come questa dedicata alla clausura, ma in un tempo in cui le figlie delle famiglie potenti venivano introdotte alla vita monastica per diventare badesse o comunque guadagnare i ranghi della vita religiosa (come i vescovi per i non primogeniti) era naturale che venissero investiti dei fondi consistenti per la decorazione di una struttura come San Maurizio al monastero maggiore per permettere comunque una vita non proprio così spartana a chi veniva introdotto per decisione familiare alla vita monastica.

San Maurizio - organo
San Maurizio – organo

L’organo si integra perfettamente nell’ambiente e non poteva che essere riccamente decorato.

 

 

San Maurizio - dettaglio della volta dietro all'altare
San Maurizio – dettaglio della volta dietro all’altare

Insomma, visitare San Maurizio al monastero maggiore è un’esperienza con il naso all’insù. Assolutamente da vedere.

San Maurizio - ingresso al refettorio
San Maurizio – ingresso al refettorio

Anche la parte che dava accesso al refettorio, altra parte della vita monastica in cui la morigerazione e la sbrietà dovrebbero avere la meglio su tutto, è riccamente decorato con una raffigurazione dell’ultima cea in stile che ricorda un po’ Leonardo.

San Maurizio - vista generale della parte monastica
San Maurizio – vista generale della parte monastica

Gli spazi sono molto ampi ma per via delle decorazioni bellissime e onnipresenti sono riuscito a non sapere come inquadrare acune scene con un 20mm su una reflex fullframe. Più inquadravo più volevo inquadrare. L’ultima immagine è stata lasciata volontariamente inclinata perché altrimenti avrei dovuto tagliarla e si sarebbe ristretta troppo. Sicuramente tornerò e starò più attento perché la decorazione così ricca trae in inganno per l’orientamento della macchina fotografica, quindi è facilissimo stortare lo strumento senza accorgersene.

Freddo

Milano, a spasso per il centro

Milano, una mattina di gennaio

Metti insieme, un sabato mattina, una passione che si sta risvegliando di prepotenza, Milano, due nuovi amici, una luce strana e il cielo sereno… E cosa ottieni? Milano è sempre bella!

Castello Sforzesco di Milano
Castello Sforzesco

L’appuntamento è in Duomo, ma la gente, la luce, inizio a fare qualche prova che non mi convince, mi dedico a fare qualche ritratto e poco più. Quando arriviamo al castello è quasi deserto (e vivendo a Milano non mi è mai capitato) e non posso farmi sfuggire l’occasione, specialmente di giocare un pochino con la fontana.

La fontana e la torre del Filarete a Milano
La fontana e la torre del Filarete

Questa fontana onestamente non riserva nulla di particolarmente artistico ma offre una sorta di potezione al castello, come una cortina che lo nasconda alla vista parzialmente lasciando intravedere che dietro c’è qualcosa che val la pena visitare. Invoglia il visitatore di Milano a soffermarsi, osservare e voler passare oltre.

 

Piazza d'armi del castello sforzesco, Milano
Piazza d’armi

Le poche persone presenti all’interno del castello non disturbano la mia voglia di immagini pulite e posti deserti. Ma vivendo a Milano un po’ ci ho fatto il callo. Purtroppo non è che si possa pretendere di avere la città tutta per sé anche se è un sogno nel cassetto, anche solo per qualche ora.

 

La tipica foschia a Milano
La tipica foschia milanese

La foschia è una costante in tutte le foto scattate in questa città, ci si deve fare l’abitudine. Ogni tanto si trova anche il modo di valorizzarla, facendola entrare di diritto come soggetto in qualche scatto.

Freddo
Freddo

Nonostante l’inverno per nulla rigido fino a qualche tempo fa, e non particolarmente rigido ora, mi ha sorpreso trovare ghiacciata questa vasca d’acqua. Sin dalla mia prima visita di Milano (avevo credo 7 anni) questo punto del castello sforzesco mi ha suscitato il desiderio di scattare una foto. Tutt’ora ne ignoro il motivo. Oggi cercavo le simmetrie e le geometrie di questo scorcio così particolare di uno dei luoghi più significativi di Milano.

Angolo Manicure

Albergo Diurno Venezia

Una visita al mitico Albergo Diurno Venezia

Da sempre avevo un ricordo dell’esistenza del suo omologo che era dalle parti del duomo di cui avevo intravisto la scalinata e che per qualche motivo mi ero tenuto dall’entrarci, anche solo per sbirciare un po’… Bene, ieri ho scoperto che è chiuso e demolito dal 2003, quindi ho dovuto recuperare vedendo l’albergo diurno venezia.

Albergo Diurno Venezia
Albergo Diurno Venezia

L’occasione di visita all’albergo albergo diurno venezia era più che unica, in quanto appena restaurato (mi aspettavo qualcosa di meglio ma magari era in condizioni di quasi totale distruzione) e nonostante la mia pigrizia enorme, coadiuvata dall’infinita pazienza di mia moglie, quando sono determinato mi faccio piacere anche una fila interminabile.

Atrio dell'albergo diurno venezia
Atrio dell’albergo diurno venezia

Appena entrati all’albergo diurno venezia si viene subito colpiti da una bellezza ormai appassita che ha accompagnato questa struttura per tanti anni. Il tempo ce la consegna ancora carica di dettagli da scoprire, insieme all’azione impietosa del tempo su alcune sue parti. Purtroppo entra acqua dai lucernari anche se i pavimenti non sembrano soffrirne molto.

Biglietteria
Biglietteria

La suddivisione degli spazi evidenzia rimaneggiamenti successivi in quanto il bancone della biglietteria è sicuramente successivo al 1926, data di apertura dell’albergo diurno venezia. La cosa buffa è vedere quanto può aggiungere decadenza una biglietteria abbandonata a un posto chiuso da così tanto tempo e già così pregno di abbandono e decadenza.

1925 o 1926?
1925 o 1926?

Con l’intensificarsi dei viaggi in treno, coi treni ancora a carbone, e con Milano già centro di commerci e affari, gli uomini e le donne in viaggio potevano avere bisogno di un posto dove pulirsi i vestiti, farsi una doccia, un bagno, farsi un taglio di capelli o una manicure… Questo posto fu costruito per rispondere a un’esigenza nuova e divenne l’albergo diurno venezia.

La costruzione dell’albergo diurno venezia ha coinvolto diverse maestranze tutte orgogliose di aver partecipato, quindi hanno lasciato la propria firma un po’ ovunque, ma con discrezione.

Firma di una maestranza
Firma di una maestranza

Al fondo della visita, mi sono incontrato con un angolo di abbandono che ha un nonsoché di pittoresco, con il fascino di un’antico fasto che si è spento, portato lì chissà da chi e per quale motivo. Una sedia da barbiere a tenere aperta una porta nel punto più lontano dalla bottega del barbiere, per di più di uno stile completamente diverso di quelle presenti a inizio visita.

L'abbandono
L’abbandono

In sostanza sono contento della mia visita all’albergo diurno venezia, forse perché mi ha fatto percepire in un modo molto simpatico un mondo le cui normalità ora ci sembrano stranezze in quanto sono cambiati i bisogni e quindi i comportamenti delle persone. Ora è impensabile di essere obbligati farsi una doccia a destinazione prima di un appuntamento, si arriva comodamente in poco tempo ovunque e al limite, per viaggi proprio lunghi, si arriva la sera prima e si usa un hotel normale.

Alla fine volevo portare all’attenzione anche il punto di vista di un’altra fotografa amatoriale con cui ho avuto il piacere di visitare il posto.

Banca Mutua e galleria Liberty

Anghiari, semplicemente incantevole.

Anghiari è una città adagiata su una forte pendenza, ricca di storia e cultura. Non mi soffermerò né sulla battaglia né su notizie storiche e architettoniche ma semplicemente cercherò di riassumere in pochi scatti ciò che della città mi ha colpito.

La discesa di Anghiari
La discesa di Anghiari

Si può arrivare da Anghiari da più direzioni ma ritengo che arrivarci dall’alto (e non perché provengo sempre dalla strada di Catenaia) sia ancor più suggestivo in quanto dalla piana si perderebbe un gioco prospettico che mi piace molto. Dalla cima della discesa al fondo della piana la strada è dritta come un fuso. Questo crea nell’osservatore un senso di stupore e appaga certamente la vista.

Se non siete molto abili alla guida sconsiglio vivamente di percorrere la strada, solo in discesa, ma usare la circonvallazione meno ripida.

La discesa di Anghiari
La discesa di Anghiari

Le foto qui presenti mostrano Anghiari in un momento di stop al traffico. Come si può intuire dall’immagine la strada è molto trafficata. Solitamente si può parcheggiare al bordo strada e quindi è difficile poter passeggiarci liberamente per fare queste foto se non in occasione di feste con mercato come in questo caso per il 25 aprile.

Santa Maria Maddalena
Santa Maria Maddalena

La chiesetta di Santa Maria Maddalena di Anghiari è per me uno di quegli appuntamenti fissi, il link precedente porta a un’altra mia foto, in periodo invernale, con pochissima luce e contiene indicazioni sulla chiesetta. La prima volta che ci sono entrato è stato quasi per caso e non sospettavo che ci fosse una chiesetta così raccolta e antica entrando da quella porta seminascosta lungo le case sulla discesa.

Banca Mutua e galleria Liberty
Banca Mutua e galleria Liberty

Un altro punto fisso delle mie visite ad Anghiari è questo scorcio, ritengo che l’insegna che recita “Banca Mutua Popolare Aretina” sia una piccola opera d’arte anche con la lampada e il suo sostegno ad angolo. Più in là la galleria nel magnifico stile Liberty che sicuramente merita un’occhiata. Purtroppo normalmente è passaggio abituale del traffico automobilistico quindi non è facile perdersi in osservazioni approfondite. Da questo punto, dove c’è una piazza con un bronzo di Garibaldi che guarda Roma, si può accedere al cuore della vecchia Anghiari.

Le vie di Anghiari
Le vie di Anghiari

Passeggiando per Anghiari, tra tutti i saliscendi, non si può che guardarsi in giro, passeggiare con il naso all’insù e godersi lo stile tipico di questa città che conserva il suo antico splendore.

Dopo un po’ di gironzolare per Anghiari, trovo una parata in costume, con tanto di musici e dipendente comunale in giacca del vestito e pantaloni catarifrangenti che gira attorno ai musici scandendo il tempo come fosse il direttore d’orchestra con le dita. Più tardi lo trovo con un panino con la porchetta più grande di lui. Favoloso.

La parata del 25 aprile
La parata del 25 aprile

Rimangono scorci di cui non ho pubblicato foto che forse sono ancora più graziosi di quanto finora presentato. Anghiari merita sicuramente una visita.

Scorcio della cattedrale

Urbino

Urbino è il capoluogo della provincia di Pesaro e Urbino ed è arroccata sugli appennini.

Urbino dalla fortezza Albornoz
Urbino dalla fortezza Albornoz

Città ricca di storia e d’arte che vive oggi in un’atmosfera rilassata complice anche la presenza dell’università che fornisce alla città una presenza di gente giovane e dinamica e quindi la rende allegra e gioviale.

Per le vie d'Urbino
Per le vie d’Urbino

Passeggiando per Urbino si percepisce passo a passo che stiamo camminando in un posto con un fervente passato e lo si nota anche da alcuni dettagli.

Linee di fuga
Linee di fuga

La giornata parte lentamente, complice il freddo pungente, ma Urbino si svela da subito in tutta la sua bellezza, con qualche complicazione per la visita dovuta (dichiarato da addetti di altri musei) per lo più a poca organizzazione.

Scorcio della cattedrale
Scorcio della cattedrale

La città di Urbino si visita facilmente a piedi per le sue strade e scalinate che portano il visitatore su e giù a scoprire scorci, dettagli e vedute sempre diverse.

Scorci nascosti
Scorci nascosti

La visita prosegue per la città di Urbino a scoprire i dettagli e cercando di cogliere lo spirito della città che non esita a farci scoprire la sua età e composizione.

Anno Domini 1614
Anno Domini 1614

Su molti palazzi di Urbino è facile vedere una iscrizione che reca l’anno di edificazione aiutandoci a cogliere il modo in cui si è espansa la città e, conoscendo a priori la storia, è facile capire quali personaggi sono legati a quale zona della città.

Il presepe del Brandani
Il presepe del Brandani

Di qui si procede verso l’oratorio di San Giovanni ma lungo il tragitto (in vero molto breve) lo sguardo spazia tra le case permettendo la vista di alcuni scorci interessanti.

Scorcio della Cattedrale
Scorcio della Cattedrale

Una volta ad Urbino è d’obbligo una visita al Palazzo Ducale che ci mostra il suo splendore e una ricca collezione di opere d’arte.

La corte interna del palazzo ducale
La corte interna del palazzo ducale

Altra meta importante, come scritto in precedenza è l’oratorio di San Giovanni che ospita un ciclo pittorico molto importante sulla vita di San Giovanni Battista e nell’abside della cappella una imponente scena di crocefissione. I fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni affrescarono la cappella dell’oratorio donandole un’opera che non si limita alla pittura ma a dettagli in rilievo e inserimento di particolari in argento e altri materiali in grado di riflettere la luce per dare vita alla pittura.

Particolare dell'affresco nell'oratorio di San Giovanni
Particolare dell’affresco nell’oratorio di San Giovanni

Urbino regala emozioni in una visita semplice e non affannosa, purtroppo la scala elicoidale in questo periodo non era visitabile, ma comunque ne è valsa la pena.

Dettaglio sull'altare
Dettaglio sull’altare

In conclusione è stata una giornata piacevole, e se capitate nella zona non mancate di assaggiare il coniglio in porchetta e la crescia sfogliata, due specialità della zona.

Autunno, Èze

Èze, tra profumi e scorci

Cittadina francese sulle colline delle alpi marittime, è un borgo con due anime. Infatti Èze-Village è un borgo storico arroccato su di una collina.

Arrivo a Èze
Veduta dalla porta della città

Il borgo domina il territorio circostante e non è un caso che l’arrivo nella cittadina avvenga tramite fortificazioni del XIV secolo.

Il borgo di Èze
Il borgo di Èze

L’atmosfera che si respira è di tranquillità e pacatezza. Complice l’autunno inoltrato le presenze turistiche non sono così accentuate. Èze sembra riposare in cima alla collina.

Porticato con Lanterna, Èze
Porticato con Lanterna

Pare che Nietzsche abbia avuto l’ispirazione per uno dei capitoli di “Così Parlò Zarathustra” durante la salita a questa cittadina.

Scalinata, Èze
Scalinata

Una cosa che colpisce di questo villaggio, è la presenza della vegetazione al suo interno. Infatti in paesini di montagna che possono assomigliarvici, la vegetazione è estranea al contesto abitato, in quanto il paese è immerso nel verde. Quindi per combattere il freddo le abitazioni sono così vicine le une alle altre da non lasciar spazio alla vegetazione.

Èze, borgo mediterraneo
Èze, borgo mediterraneo

Passeggiando per il villaggio, come già detto, si può avere l’impressione di essere in un borgo appenninico, ma ogni tanto compare qualche segnale che mostra la sua vera natura di un paesino a poca distanza dal mare.

Èze, vite rossa
Vite rossa

Sensazioni, colori e profumi sono le parole chiave che guidano alla scoperta del borgo di Èze-village. E’ bello perdersi tra le sue stradine semplicemente andando a zonzo.

Autunno, Èze
Autunno

Finita la visita al borgo, e approfittando del riposo offerto da una panchina, uno scatto regalato per gli amanti della fotografia geometrica. Due aerei lasciano la loro scia e si comgiungono al limite del tetto della casa di fronte.

Aerei, Èze
Aerei

Arrivederci, Èze-Village, la prossima volta magari ci sarà il tempo per una visita al giardino esotico. Purtroppo questa volta il tempo a disposizione è stato limitato, ma è valsa la pena di visitare una cittadina così singolare.

Coccinella bipunctata posteriore

Coccinella, coccinelle, un’invasione

Un tiepido pomeriggio autunnale, a Terranera, Subbiano (AR), oziando al tiepido sole autunnale, sento un ronzio, una coccinella.

Coccinella
Coccinella

Mentre mi fermo ad osservarla, nel campo visivo iniziano a comparirne una seconda coccinella, una terza e, nel giro di poco, il muro della casetta in pietra è costellato da un numero imprecisato di piccoli coleotteri, per lo più rossi.

Le coccinella fanno parte della famiglia delle coccinellidae. piccoli coleotteri compresi tra 1 mm e 1 cm, raramente più grandi,  totalmente innocue per l’uomo e sempre colorate in maniera sgargiante.

Coccinella bipunctata nera
Coccinella bi punctata nera

La tipologia di coccinelle più diffusa è a fondo rosso, con punti neri, ma esistono anche coccinelle a fondo giallo, con punti neri, e invertite. Quindi una come quella nella foto superiore, a fondo nero e con i punti rossi è solo meno diffusa delle altre. La coccinella gode della simpatia umana in quanto è totalmente innocua, colorata e dalle forme tonde. Pertanto viene sempre identificata come un insetto buono.

Coccinella bipunctata posteriore
Coccinella bipunctata posteriore

Esattamente come la coccinella bipunctata nera era già riuscita, quella più comune cerca un punto di ingresso per la casa, per poter avere un posto caldo per svernare.

Coccinella decemocto punctata
Coccinella decemocto punctata

La nomenclatura delle coccinelle dipende dal numero dei punti, dalla colorazione, dalla dimensione dei punti e dalla loro forma. Non essendo un entemologo, e non avendo esperienza in merito, la mia definizione delle coccinelle potrebbe essere poco coerente o addirittura sbagliata. Si accettano pertanto suggerimenti.

Coccinella octadecem punctata gialla
Coccinella octadecem punctata gialla

Le coccinelle, in apparenza così innocue, sono predatori di altri insetti e afidi di una certa voracità. Nel corso dei tempi la specie sectem punctata è stata introdotta con successo in campo alimentare per sterminare “naturalmente” afidi e piccoli insetti che sono dannosi per i raccolti. Non per nulla, una delle più note “marche” di mele in Italia la ha proprio come simbolo.

Coccinella sedecim punctata
Coccinella sedecim punctata su un davanzale al sole

Si dice che le coccinelle portino fortuna, mi chiedo che significato possa avere una simile invasione di specie tutte diverse in una sola volta.

Coccinella Undeviginti Punctata
Coccinella undeviginti punctata

19 punti, per il momento è il massimo da me osservato e documentato. Esistono specie più o meno rare. Ma le coccinelle sono sempre coccinelle, a prescindere dal numero di punti.


 

Fotografie realizzate con un Canon EF 50mm f/1.4 + lente correttrice diottrica +4 su Canon EOS 1100D. La prodondità di campo su una distanza così ravvicinata è appena sufficiente per la dimensione del coleottero.

fuoco nel forno a legna

Giocando con il fuoco

Cosa c’è di più bello di un fuoco allegro in un caminetto nel periodo in cui il freddo dell’inverno cede lentamente il posto al tepore della primavera?

Il fuoco….I latini lo chiamavano “focus” che indicava il focolare,  termine che sostituì, in ambito popolare, la parola” ignis”che indicava puramente il fuoco stesso.

fuoco nel camino
Un fuoco allegro in un caminetto

Il fuoco, questo misterioso ed affascinante elemento  naturale, può essere bello e dare conforto ma può anche essere spaventoso. Non si gioca con il fuoco, ci si può bruciare, ma è indubbio che sia uno degli elementi che abbiano contribuito all’evoluzione dell’uomo da quando l’uomo primitivo ha imparato a dominarlo.

Fuoco nel forno a legna
Il momento dell’accensione

Sin dalla notte dei tempi  il fuoco ci scalda, allontana gli animali,  permette di cucinare il cibo, rendendolo più digeribile. E’ un elemento chiave che ha cambiato significativamente la nostra esistenza e, se dominato in maniera corretta,  è uno spettacolo da guardare.

fuoco nel forno a legna
Vampata nel forno

Osservare il fuoco in un forno a legna è particolarmente intenso in quanto con la temperatura le fiamme sono più vivaci che nel camino e lo spazio chiuso e contenuto le fa muovere più vivacemente.

fuoco nel forno a legna
Vampata

E pensare che il fuoco non è materiale ma solo l’effetto di una reazione chimica, la combustione. Quindi è solo un effetto di una trasformazione per cui si ha un decremento di massa con la liberazione di energia. Le fiamme sono semplicemente la manifestazione dell’energia prodotta dalla reazione chimica.

Fuoco nel forno a legna
Il fuoco esce dalla bocca del forno

Quando viene lasciato libero può diventare distruttivo, gonfiarsi, ma finché non trova altro combustibile tende a contenersi da solo.

Fuoco nel forno a legna
La legna inizia a finire

Arriva a consumare tutto ciò che aveva da bruciare, si ritira spontaneamente, fino a scomparire piano piano e a diventare nulla, lasciando la brace, sua forma latente.

Insomma. Ho giocato con il fuoco, solo tramite la macchina fotografica, in situazioni controllate e con rispetto del mezzo.

Il fuoco diffonde parecchio calore anche per irraggiamento, pertanto può portare le lenti degli obiettivi a temperature che potrebbero essere pericolose per lo strumento fotografico.

Grazie a queste immagini ho cercato di catturarne la bellezza, l’essenza anche  se, come tutti i fenomeni naturali, è praticamente impossibile riprodurne la vera ed autentica magnificenza.

Mura antiche di Leon, Castilla Leon, Spagna

Scorcio delle mura antiche di Leon, Castilla Leon, Spagna.

Questo dettaglio, ripreso radente nella parte interna, ci propone con una profondità di campo ridotta, un dettaglio delle mura antiche  di Leon, che cingono la città.

Mura antiche di Leon, scorcio
Uno scorcio delle mura antiche di Leon in una calda giornata estiva. Una persona anziana si avvia solitaria verso chissà dove.

Le mura antiche di Leon racchiudono un camminamento circolare molto suggestivo in quanto permettono da uno stretto corridoio di vedere lo sviluppo della città prima di approfondire lo sguardo entrando.

Meritevole è senza dubbio un piccolo cenno storico: i primi insediamenti umani da parte del popolo celtico, in questa zona della Spagna, risalgono  fra il 68 e il 70 d.C.

Un elemento della città di Leon che merita una visita è l’Hotel Parador. E’ possibile visitare la Hall e vedere il chiostro del convento di San Marco che viene in parte adibito a spazio comune dell’albergo.

Hotel parador leon tramonto sunset
Un dettaglio di una torre del magnifico Hotel Parador a Leon nei colori del tramonto

Il restauro della cinta muraria si deve ai Re Alfonso V e Alfonso IX che dotarono le mura antiche di Leon di nuove porte di ingresso.

Ma vi è di più: in questa parte della Spagna passa il celeberrimo Camino de Santiago, una delle mete di pellegrinaggio più importanti al mondo. Le mura antiche di Leon sembrano accogliere con un abbraccio i pellegrini che stanchi da un cammino probabilmente di 36 km da El Burgo Ranero (tra le 7 e le 9 ore di cammino medio-lento) cercano l’albergue del peregrino.

Passeggiando per Leon è possibile raggiungere la cattedrale che è un esempio splendido dell’architettura gotica. Alcuni scorci lasciano senza fiato.

cattedrale leon vetrare
Dettaglio delle vetrate della Cattedrale di Leon

Leon è la grande città successiva a Burgos sul cammino di Santiago di Compostela, che dista circa 172 km a piedi. E’ indubbio il fascino di questa impresa che chiama più di 200.000 pellegrini ogni anno, sia che intraprendano la strada per motivi religiosi che per motivi sportivi o semplicemente per introspezione personale.

Camminare da queste parti, quindi, ti lascia senza dubbio pensare a quanto queste mura abbiano visto.

Non si può attraversare questa zona e rimanerne indifferenti. Le mura antiche di Leon sono intrise di storia e fascino.

E ce lo raccontano semplicemente guardandole.