Quando viaggi e ti accorgi che sopra la porta di un negozio di souvenir è stata restaurata l’insegna del locale che ospitava i telefoni pubblici. Chiaramente in un borgo antico con tutto chiuso, sembra di essere tornati sul serio indietro nel tempo. Sicuramente non sarebbe stato chiuso a quell’ora…
Confusione
Così tanto per, giocando con il 50mm f/1.4
Pizzo Ragno al tramonto
Il Pizzo Ragno al tramonto, con vento forte dopo una nevicata. La neve si alza sul crinale e viene trasportata dal vento.
Sono attimi che vanno catturati molto in fretta in quanto la luce cambia molto rapidamente sul far del tramonto.
Autunno
Tra quattro giorni inizia l’autunno e stasera questo anticipo con un tramonto così… Anche se a Milano.
Altra foto fatta con il pancake…
Festa di fine estate 2013 Subbiano – Canon 40mm pancake
Come ogni anno assisto al corteggio storico della festa di fine estate di Subbiano. Quest’anno ho voluto sperimentare il mio nuovo 40 mm f/2.8 STM. Mi colpisce la precisione della lente nonostante la luce molto piatta che c’era. I colori sono sufficientemente vividi e nonostante questo l’immagine è ben definita e morbida dando un senso di naturalezza notevole.
Anche in questa situazione di basso contrasto sono riuscito a ottenere una foto ben definita e piacevole nonostante i colori non siano proprio vibranti. Certo la scena non offriva chissà quali colori vividi e scintillanti.
Ma le sorprese più grandi me le hanno riservate i fuochi d’artificio di sera. Il botto d’inizio mi ha proprio sorpreso, non avrei mai immaginato che si impressionasse in questo modo. 🙂
E’ da tanto tempo che cerco di fare le foto ai fuochi d’artificio. L’estate scorsa ho affinato la tecnica ma non ero proprio contento del risultato mentre quest’anno direi che ci siamo.
L’unico problema è che di foto utilizzabili non ce ne sono tantissime perché non è dato sapere a priori a che altezza esploderà. Quindi una volta stabilita un’altezza e un campo inquadrato che si reputano opportuni, è facile che un fuoco d’artificio esploda a bordo fotogramma e quindi poi la foto sia inutilizzabile.
Ma nonostante tutto è possibile comunque salvare qualcosa dalla serata.
E la resa cromatica della lente a piena apertura di notte mi ha una volta di più lasciato senza parole. Se si pensa che il prezzo non ha nemmeno raggiunto i 200€.
Chiaro di Luna – Moonlight Time Lapse Full HD
Una sera di fine estate in liguria quando la brezza di terra inizia a sospingere cumuli bassi in cielo verso il mare. La luna riesce a spingere i suoi raggi fino a lambire il mare calmo di una serata tranquilla.
E’ possibile vedere in basso a sinistra una barca di pescatori che pescano con le lampade, una così detta “Lampara”.
Una stella (vista l’ora, la posizione e il periodo dell’anno probabilmente è Antares) fa capolino tra le nubi e sembra giocare a nascondino con la luna.
Dati del lavoro:
- Canon Eos 1100D + EF 20-35 f/3,5-4,5.
- 20 mm f/3,5 1/2s 3200 iso
- 1 scatto ogni 5 secondi, 760 fotogrammi @25fps
- Accelerazione temporale: 125x
Uluru, Ayers Rock
Sin da quando ho visto la prima foto di Uluru sul libro di geografia alle medie, mi sono convinto che un giorno o l’altro sarei andato a vederlo.
Le aspettative erano grandiose e non sono state per niente deluse. Avevo talmente mitizzato questa formazione che dall’aereo l’ho vista anche se non era la formazione giusta.
Quando si atterra all’aeroporto di Ayers Rock, se si è seduti a Sinistra si gode della vista di Uluru che sporge dalle strutture aeroportuali mente l’aereo atterra e si muove sulla pista. In ogni caso è possibile vedere la formazione anche dal lato destro ma solo in fase di allineamento alla pista prima della discesa.
Il mio consiglio, se si vuole vedere Ayers Rock e King’s Canyon con la valle del vento è di noleggiare una macchina.
Se si forzano i tempi è possibile arrivare il primo giorno, prendere l’auto in aeroporto, andare a posare i bagagli in albergo, vedere la sera stessa il tramonto su Uluru, svegliarsi prestissimo la mattina (checkout e bagagli in macchina) vedere l’alba su uluru, visitare un pochino i dintorni, pranzare e andare a prendere l’aereo. In meno di 48 ore. Visti i costi delle escursioni, noleggiare una macchina piccola (non serve il 4×4 in nessun caso per vedere Ayers Rock) è più economico di fare le visite guidate.
L’impressione che si ha vedendo spuntare Ayers Rock mentre ci si avvicina è semplicemente grandiosa. Veder spuntare dal nulla questa formazione è proprio speciale.
Il mio consiglio è quello comunque di non perdersi il tramonto e l’alba e soprattutto di non fuggire prima che siano comparse le stelle (stando attenti a non rimanere chiusi nel parco) perché lo spettacolo che offre la natura in questo punto è qualcosa di meraviglioso.
Uluru da lontano è proprio incredibile ma da vicino si capisce perché gli aborigeni attribuissero a quel luogo attributi magici e trascendenti. Sembra di entrare in un’altra dimensione.
Esiste un luogo particolare, per vedere il quale si cammina per qualche centinaio di metri in un piccolo canyon nella formazione fino a raggiungere una pozza d’acqua che scende per ruscellamento per giorni dopo la pioggia e forma una pozza d’acqua che serviva sia per bere che per la caccia. Infatti, essendo l’unica fonte d’acqua accessibile in un territorio molto vasto, gli animali si spingevano spesso per abberverarsi e si inserivano in una trappola naturale nella quale era molto facile catturarli.
Vicino all’inizio del percorso che porta alla pozza d’acqua, si trova una caverna che porta la testimonianza del passaggio delle popolazioni aborigene con dipinti rupestri che lasciano a bocca aperta.
Ma come tutti i viaggi, finiscono e così ho voluto dare un ultimo saluto ad Ayers Rock, anche se per me è solo Uluru.
Sydney by Night
Qualche scatto di Sydney di notte, alcune sono pose lunghe, altre sono foto istantanee.
Uluru Tramonto Sunset Ayers Rock
Il giorno 26 marzo 2012 nel parco nazionale di Kata Tuja.
Uno spettacolo ancor più bello di quello dell’alba.
Buenos Aires, parte 1
Una grande città con ritmi più rilassati rispetto alle nostre città europee, per certi versi più moderna per altri meno. Per la prima volta mi imbatto in strade con sette corsie per senso di marcia che vengono anche in parte riassegnate durante la giornata tramite apposite segnalazioni in modo da facilitare l’ingresso o l’uscita dei veicoli negli orari di punta.
Arrivando dall’aeroporto internazionale si passa su una strada a grande scorrimento e subito una serie di dettagli iniziano a far capire che mi trovo in un mondo distante, ma non troppo, dal nostro.
Leggendo sulla guida prima della partenza avevo scoperto del Gauchito Gill, figura molto amata in Argentina, una sorta di Robin Hood locale. A lui viene anche attribuito un miracolo post mortem. Per maggiori informazioni, leggi qui.
Nella zona che porta dall’aeroporto internazionale all’avenida 4 Julio (strada principale di Buenos Aires) ci sono posti in cui comprare un appartamento costa meno che cambiare automobile da quanto la crisi ha colpito duramente l’Argentina. Nonostante questo ci sono zone di Buenos Aires più alla moda in cui gli immobili costano più che in centro a Milano.
Una cosa che colpisce di Buenos Aires e dell’Argentina in genere è l’economicità del cibo e l’abbondanza delle loro porzioni. Viene servita tantissima carne e al 90% manzo, il pesce è raro e più costoso. Gente del posto dice di mangiare manzo 6 volte la settimana ben sapendo che è un’abitudine non troppo sana ma che a loro piace così. Dopo un pranzo in cui ci si scontra con le porzioni argentine, ci vuole un caffè, dichiarato caffè italiano. Inutile dire che chi ama il caffè all’estero un po’ è già rassegnato a berlo cattivo ma con tutta l’immigrazione italiana in Argentina mi sarei aspettato qualcosa di meglio soprattutto per la vicinanza con il Brasile e quindi la disponibilità di miscele buone.
Per familiarizzare un po’ con la città e le sue abitudini, la guida ci porta a vedere una Tanghéra (dove professionisti ballano il tango mentre il pubblico può mangiare al contrario della Milonga dove la gente va per ballare il tango) in un momento in cui non c’è lo spettacolo ma per farci vedere la Ventana, una delle più famose della città. Il posto è proprio bello, si entra in momenti senza spettacoli perché per apprezzare lo stile del posto è meglio per via dell’illuminazione. Andare con una guida in un posto come Buenos Aires vuol dire non fare fila da nessuna parte perché gli argentini sono molto socievoli e si fanno favori a vicenda, quindi con due chiacchiere, si ottiene subito l’ingresso in un posto oppure dare un’occhiata senza fermarsi per pranzo.
Nel quartiere de La Boca si trova, oltre a “La Bombonera”, “el caminito” quartiere molto caratteristico di case dipinte di diversi colori, tutte in legno, ricostruite nel 1950 da un progetto del pittore Benito Quinquéla Martin traendo spunto dalle case dei primi immigrati del posto. Egli trasformò una zona caratterizzata da un forte degrado in un museo all’aperto.
Una visita al Caffè Tortoni per merenda è d’obbligo e lo testimonia la fila che si trova fuori. Il locale è proprio bello e l’atmosfera è proprio rilassante. In questo posto si ritrovavano gli intellettuali.
La giornata volge quasi al termine e il tramonto dalla terrazza dell’albergo offre una vista d’insieme di quello che è il carattere della città, grande senza piano regolatore (si vede nella differenza enorme di altezza degli edifici anche adiacenti) ma molto tranquilla.
Il 26 luglio 2011 sono stati inaugurati due ritratti di Evita Peron su due delle facciate del palazzo per lo sviluppo economico in Buenos Aires, proprio sull’Avenida 4 de Julio per celebrare l’anniversario della sua morte avvenuta nel 1952.
Infine non poteva mancare la visita alla Casa Rosada, sede del potere esecutivo della repubblica argentina, illuminata dalla luce rosa.