Primo maggio, Locarno, si prende la funicolare per il santuario di Santa Maria del Sasso e in cima vengo accolto da un panorama spettacolare. La pioggia poco prima è ancora neve sulle montagne vicine.
Scendendo per il sacro monte un altro spettacolo mi si presenta davanti.
Giornata di totale relax fotografico con EOS 20D e 18-55 da battaglia.
Passeggiando per Milano, osservando la calca fuori dalla sfilata di Dolce e Gabbana.
Alzando lo sguardo vedo appendere uno striscione e, vista la pacatezza della cosa, pensavo fosse voluto. Mai avrei immaginato di leggere “greenpeace” sullo striscione.
Sebbene in città l’inverno non si sia quasi sentito, qua e là ha fatto sentire più che altre volte la sua presenza.
Queste fotografie sono state scattare a Santa Maria Maggiore, in Val Vigezzo il primo dell’anno.
Camminando a fondo valle domandandosi se sarebbero durate di più le batterie della reflex con -8°C oppure le mie dita, per immortalare un paesaggio spettacolare, insolito anche per posti di montagna dove nevica tutti gli anni.
I rami spogli degli alberi che di solito si stagliano con gran contrasto contro il cielo chiaro, sono quasi resi invisibili dal ghiaccio che li ricopre quasi completamente.
Non è neve depositata, bensì ghiaccio che li ha ricoperti poco alla volta causato dal depositarsi dell’umidità atmosferica a temperature molto sotto lo zero.
Il ghiaccio ricopre qualsiasi superficie, inclusi i cavi di un viadotto elettrico.
Le cancellate. E’ affascinante vedere quanto sia ordinata la struttura cristallina del ghiaccio che si forma in cristalli per via dell’umidità atmosferica.
I colori del tramonto si riflettono sul ghiaccio che ricopre tutto.
Tutto bianco, tutto candido e tutto gelato.
La piscina all’aperto chiusa per la stagione fredda. Ho idea che comunque prima del disgelo sia difficile aprire.
Nonostante il tanto freddo, camminare sulla neve ha sempre il suo fascino.
Come dicevano ne “Il ragazzo di campagna”, il treno è sempre il treno…
Scatto rubato osservando l’ammirazione a bocca aperta di un bimbo che ha corso dal parco giochi vicino con il papà per veder passare il trenino della Val Vigezzo.
Il Pizzo Ragno al tramonto, con vento forte dopo una nevicata. La neve si alza sul crinale e viene trasportata dal vento.
Sono attimi che vanno catturati molto in fretta in quanto la luce cambia molto rapidamente sul far del tramonto.
Gironzolando per l’isola di Maiorca, ho avuto il piacere di imbattermi in questa farfalla, detta anche Sfinge Colibrì. Spesso infatti questa farfalla viene confusa con il colibrì per via del suo modo di spostarsi da un fiore all’altro e di nutrirsi di nettare.
Ho anche discusso con una persona del posto, facendo vedere i dettagli da insetto e non da uccello sullo schermo della reflex ha iniziato a mormorare:”No mariposa… Colibrì, colibri, colibrì…”
Tutte le volte che passo da Anghiari, sento il desiderio di entrare in questa chiesa piccola che non è la più bella ma la trovo sempre vuota, nonostante il punto di gran passaggio.
Si tratta della chiesa di Santa Maria Maddalena.
All’esterno passa abbastanza inosservata, se non fosse per la croce di ferro che rimane sopra l’architrave in pietra della porta e la porta sempre spalancata.
Sul far della sera, ai primi di novembre, nessuna luce interna se non quella delle candele. Non voglio illuminare nulla, volevo solo trasmettere la sensazione di serenità che mi ha colto in questa situazione.
L’alone attorno alle candele (che detesto quando viene aggiunto posticcio) è dovuto all’obiettivo (50mm f/1.4) usato a piena apertura per raggiungere 1/60 per scattare a mano libera senza muovere la foto.
Dopo una nevicata non indifferente, il 5 dicembre, iniziano a formarsi qua e là dei banchi di nebbia che sembrano danzare da una parte all’altra della vallata.
La catena del rosa al tramonto, senza compensazione di esposizione.
Da guardare in FullHD.
Un sistema nuvoloso si muove mentre più in basso si vede la nebbiolina che forma il fumo dei camini.